Privacy online private mail

Privacy online: qualche accorgimento per vivere meglio

Sono passati circa 6 mesi da quando ho deciso di aumentare il livello della mia privacy online. Sono davvero pochi gli accorgimenti da prendere per evitare di venire tracciati e profilati.

Ho sempre mal sopportato le pagine web piene di pubblicità mirata, legata a mie precedenti ricerche online, ai luoghi che visitavo, alle cose dette parlando con i miei amici in una stanza in cui erano presenti degli smartphone connessi ad Internet.

C’è da dire che una pubblicità vista online non mi ha mai portato all’acquisto. Solo qualche volta ho cliccato su un banner o un link che davvero mi attirava e non sono mai arrivato all’acquisto di qualcosa.

Altra cosa da aggiungere è che sono sempre stato attento alle informazioni che mi riguardano che decidevo di trasmettere. Ho decine di esempi da elencare di amici o parenti che mi danno ancora i brividi. Ve ne snocciolo giusto un paio.

Privacy online, questa sconosciuta. Un paio di esempi:

Una coppia di amici decide di sposarsi, cosicchè lui si mette alla ricerca di un anello di fidanzamento. Lo trova. Lo acquista. Il giorno dopo a lei compare su Facebook la pubblicità di quel preciso anello. I due condividono un PC ma NON gli account Google.

A casa di conoscenti. Ci mettiamo d’accordo sull’ordinare dell’olio da un mio parente in Sicilia. Dal giorno dopo una conoscente comincia ad essere subissata di pubblicità relative a prodotti tipici siciliani. Non avevamo fatto alcuna ricerca online, abbiamo semplicemente parlato con gli smartphone accesi nella stanza.

Ne avrei tanti altri di aneddoti, ma il post si sta allungando parecchio e quindi taglio qui.

Gli accorgimenti per tutelare la mia privacy online

Non sono mai stato un paranoico e non lo sono neanche ora. Ho un blog che porta il mio nome e cognome, sono iscritto a quasi tutti i social network anche se li uso poco, uso app di messaggistica e così via.

Come cominciare

Prima di tutto devo dire una cosa: spesso userò termini come “tracciamento”, “leggere i nostri dati” e così via. Questo è possibile in gran parte grazie ai cookie: dei pezzettini di informazione che “ci seguono” mentre navighiamo su Internet, passiamo il tempo sui social network, e così via. Sono soprattutto i cookie di terze parti a causare problemi con la privacy.

Un’altra cosa: elencherò molte azioni da intraprendere ma non siate pigri, tanto io lo sono più di voi. Ogni azione vi porterà via 5 minuti di tempo. Basta eseguirne una sola al giorno. Ci vorrà poco.

Svuotare una volta a settimana la cronologia delle visite e i cookie aiuta molto per evitare che venga costruito un profilo molto preciso su noi stessi. Altro punto importante è quello di effettuare le ricerche su Google, anche su Google Maps, da non loggati.

Uso come tanti app di blocco delle pubblicità come Ad Blocker o AdBlocker Ultimate che almeno evita di doversi destreggiare tra mille banner pubblicitari mentre si cerca di leggere un articolo.

Non uso Google Chrome, bensì Firefox. Firefox implementa già da sè numerosi tool per proteggere la privacy online, un po’ come Safari, ma meglio.

Evitate di accettare sempre tutti i cookie quando visitate un sito web.

Andate nelle impostazioni del vostro profilo sui siti e social a cui siete registrati e date un occhio alle impostazioni della privacy.

Le ultime azioni che ho intrapreso

Innanzitutto ho deciso di utilizzare sempre una VPN. Una VPN effettua la cifratura del vostro traffico in maniera trasparente, cioè dovete solo installare un software e poi ci pensa lui. Io ho scelto di utilizzare Mozilla VPN, ma ci sono tantissime altre soluzioni tra cui scegliere. Perchè Mozilla VPN? Perchè Mozilla non è un’azienda, ma una fondazione e quindi non ha fini di lucro. In teoria, dovrebbe essere meno propensa a combinare “casini” con i miei dati. E poi, si, sono un po’ fan di Mozilla.

Ho deciso di rafforzare le soluzioni anti tracciamento con il Privacy Badger della EFF. La Electronic Frontier Foundation è un’associazione noprofit che dal 1990 si batte per tutelare i diritti delle persone nel mondo digitale. Mette a disposizione numerosi tool e tantissimi documenti per potersi tutelare al meglio. la EFF conduce inoltre numerose battaglie in difesa dei diritti di tutti.

Uno dei sistemi di tracciamento più utilizzati è quello dell’email. Email inteso come “utilizzare sempre la stessa email”. Dopotutto l’email è un po’ come il vostro indirizzo, ma digitale. Far sapere a tutti dove vivete vi rende un “bersaglio facile” per pubblicità non voluta e tracciamenti. Una soluzione è utilizzare un relay. Un relay è un servizio che vi mette a disposizione un indirizzo email incomprensibile, che cambia nel tempo, e che “vi gira” le email che arrivano a quell’indirizzo senza esporre quello personale. Io ho scelto di usare Firefox Relay, ma ci sono tanti servizi tra cui Guerrilla Mail che forniscono email temporanee che “scadono” poco dopo.

Facebook ha sempre dimostrato negli anni di non avere a cuore la privacy ma anche la salute dei propri utenti. I nostri dati sono sempre stati merce di scambio per Meta. A mio modo di vedere, Facebook supera di gran lunga il pericolo per i miei dati rappresentato da Google. Per mitigare questa situazione ho deciso di utilizzare l’estensione Facebook Container. Questa estensione crea una sorta di recinto intorno a Facebook in modo che solo una minima parte di ciò che eseguiamo online possa trasformarsi in dati gestiti non solo da Facebook, ma da Meta.

Se non paghi un prodotto, allora il prodotto sei tu

Utilizzate il meno possibile email free, specie Gmail. Tutto ha un costo nella vita reale. Quando qualcosa è gratis per noi, vuol dire che stiamo facendo guadagnare qualcosa a qualcuno in altro modo. Nel mondo digitale il 99% delle volte “l’altro modo” sono i nostri dati. Comprate un dominio e utilizzate una vostra email, costa ormai pochissimo, è semplicissimo e ne gioverete molto. Ormai tutti i servizi offrono la webmail che funziona in modo molto simile a quella di Gmail di cui la stragrande maggioranza di persone utilizza il 2% delle funzionalità.

Utilizzate DNS che non tracciano la vostra navigazione online, come OpenDNS. I DNS sono un sistema per tradurre un indirizzo web come “sitointernet.com” nel suo corrispettivo digeribile dai computer, es.: “33.534.22.32”. Un sistema di traduzione quindi, conosce tutte le richieste di contenuti online che effettuate. Utilizzare un servizio che non usa questi dati per scopi commerciali o altro, è una buona cosa.

I costi

Tutte queste scelte per tutelare la mia privacy online hanno dei costi, anche se contenuti. Qui illustro i costi che ho sostenuto io fin’ora.

  • Mozilla VPN: circa 60€ l’anno
  • Donazione EFF: 30€ l’anno
  • Dominio personale: 8€ l’anno

A questi costi vanno aggiunti una serie di abbonamenti a riviste o testate giornalistiche online in quanto bloccando tutta la pubblicità sui siti mediante i plugin e bloccando quindi i loro guadagni, con un abbonamento pago un servizio che altrimenti sarebbe “gratis” (non è vero, ci sono i miei dati di mezzo). Questi costi non li elenco, dipendono dagli interessi di ognuno di noi.

Cose da tenere d’occhio per la propria privacy online

Spesso i siti web vengono ‘bucati’ e le informazioni relative agli utenti di quel sito vengono trafugate. Potresti essere tra quegli utenti. Per questo ti consiglio di utilizzare ogni tanto Firefox Monitor per capire se i tuoi dati sono stati inclusi in una fuga di informazioni e quale. Almeno per cambiare le password ed evitare che altre persone possano entrare nei tuoi account. Potrete anche registrarvi al servizio per ricevere una notifica quando una vostra email appare in un set di dati trafugato.

Cosa farò nel futuro

Per ora penso che acquisterò un Raspberry PI su cui installare PI-Hole. Vi aggiornerò.

Ho qualcosa da nascondere

Alcuni me lo dicono quando si affronta questo discorso, tanti lo pensano e basta. Lo vedi da come stringono gli occhi mentre gli parli. No, non ho niente da nascondere o almeno, non più di quello che tutti noi abbiamo da nascondere. Perchè si, ci sono diverse cose che non vogliamo che si sappiano di noi, e no, non sono illegali.

Ho semplicemente deciso di ‘raccontare’ di me quello che voglio che si sappia.

Photo by Dayne Topkin on Unsplash

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